Togo chiama… M.A.S.C.I. risponde-campo di animazione “ASRAMA 2014”

Siamo rientrati dal Togo da pochi giorni.

L’Africa è sempre una grande emozione, quasi impossibile da trasmettere a voce e ancor  più da mettere per iscritto, le parole non colgono a fondo le sfumature… le sensazioni.

Ciro Cirillo, Roberto Amadori ed io insieme ad altre due donne, Carmen e Sara, simpatizzanti del  movimento ma non censite, abbiamo affrontato il servizio Togo a viso aperto e con un po’ di incoscienza circa “Ebola”, a detta di qualcuno, ma tutto è bene quel che finisce bene.

Un po’ del soffio vitale dell’Africa ci aveva contagiato ancor prima della partenza.

I togolesi, ma presumo sia così nello spirito indomito di tutta l’etnia, non cambiano mai un programma: un impegno preso si rispetta.

Noi abbiamo sperimentato ciò una sera, viaggiando in moto-taxi sotto una pioggia torrenziale attraverso 10 km di foresta equatoriale e strada sterrata per andare nel villaggio di Touheudeue, invitati a cena da George, il nostro accompagnatore locale.

campo di animazioneTutto era pronto nel villaggio di Asrama, gli impegni già presi: 108 bambini ci aspettavano per un campo di animazione, della durata di 3 settimane.

Il servizio è iniziato martedì 4 agosto ed è stato strutturato in 4 laboratori: ceramica, disegno, recitazione e attività motorie. Queste attività ci hanno visti impegnati quasi tutti i giorni dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 (dopo c’era il buio).

A volte eravamo costretti ad usare le aule scolastiche o la chiesa a causa delle piogge che, in questo periodo dei monsoni, sono frequenti.

I bambini erano euforici, ma noi adulti  ci siamo subito resi conto che, senza mediatori culturali, non saremmo riusciti nell’impresa. Alcuni di loro infatti parlano solo il dialetto locale e capiscono con difficoltà il francese. Inoltre le modalità di approccio educatore-bambino sono impostate in modo piuttosto autoritario che si discosta di gran lunga da quello in uso in Italia.

Assoldati George, Olivier e Jacques, tre insegnati della scuola cattolica campo di animazionepresso cui eravamo ospiti i lavori sono iniziati. I laboratori sono stati animati da Sara e George per la ceramica, Carmen per disegno e scenografia e con lei gli insegnanti togolesi collaboravano a turno, io con Jacques per giochi e canti e si univano a noi anche Roberto e Ciro quando erano liberi da impegni. Il maestro Olivier si è occupato della regia e della sceneggiatura dello spettacolo finale.

Grande la soddisfazione di tutti: noi che davamo un senso al nostro servizio; gli insegnanti che percepivano uno stipendio, in quanto nel periodo di chiusura delle scuole non  ricevono alcuna retribuzione; i bambini che per la prima volta eseguivano compiti/esercizi che non erano giudicati dal rendimento e da un voto partecipavano con passione alle attività educative e ludiche  proposte loro “gratuitamente”.

Il campo si è concluso con una pièce teatrale, cui hanno partecipato attori straordinari: i bambini del campo di animazione di Asrama!!!

Lo spettacolo si è svolto nella capanna dello chef alla presenza di tutte le autorità locali in primis Chef Canton (l’autorità più alta in loco) e di tanti spettatori riscuotendo un grosso successo.  Per noi i complimenti di tutti!!!….DSCF2044

Roberto e George, il nostro accompagnatore locale che, provvisto di una moto, è stato a nostra  disposizione giorno e notte per tutta la durata del soggiorno, si sono occupati degli approvvigionamenti e di tutta la parte pratica della nostra permanenza.

Ciro è stato impegnato a completare i due progetti in corso: i banchi scolastici e l’illuminazione del centro sanitario di Asrama, attraverso vari incontri con le autorità locali e sanitarie.

Tutti gli spostamenti avvenivano in moto-taxi.

La cultura è un punto nodale: poche sono le scuole pubbliche, molte sono private e/o confessionali per cui le famiglie debbono comunque dare un contributo economico, anche se non troppo esoso. L’abbandono scolastico è alto.

In alcune scuole le lezioni si tengono sotto una grande capanna, i banchi sono quelli che hanno accompagnato  la nostra scola italiana fino agli anni sessanta e oltre, ma, di seggiolini noi ne avevamo uno ciascuno mentre  lì sono sostituiti da un unico asse di un metro e venti sul quale trovano posto cinque (sì, avete letto bene, proprio cinque) alunni.

Avendo fatto un’esperienza simile anche in Burkina Faso, ritengo che, per migliorare le condizioni del popolo africano, sia assolutamente indispensabile, da parte degli altri popoli, investire sulla sanità e sulla cultura.

Assieme ai bambini abbiamo assistito, felici e orgogliosi, alla consegna dei banchi del precedente progetto “100 banchi per Asrama” alla presenza delle autorità scolastiche e locali.

Con una cena conviviale in puro stile togolese, abbiamo festeggiato l’illuminazione con pannelli solari del presidio sanitario di Asrama. Roberto mi aveva raccontato con molta tristezza di aver assistito ad una visita di pronto soccorso ad un bambino di pochi anni, fatta alla luce di un lume a petrolio.

Che evento l’illuminazione!!! per alcuni è misterioso come possa essere prodotta energia da un pannello…

I banchi, come pure i pannelli solari  ed altro materiale se acquistati o costruiti in loco, permettono di dare una piccola spinta all’economia locale, molto limitata e legata prevalentemente ai prodotti della terra e alle stoffe, ma purtroppo anche ai prodotti che la Cina sta immettendo a piene mani, monopolizzando quel mercato retto da un’ economia povera.

Alcune informazioni logistiche: noi siamo stati ospiti di padre Justin, parroco dell’unica chiesa cattolica di Asrama, villaggio di seimila anime. Avevamo a disposizione stanze confortevoli con l’acqua corrente, pompata dal pozzo. Il cibo veniva preparato alternativamente da noi (cibo italiano) o dalla collaboratrice parrocchiale (cibo togolese).

La corrente, prodotta da un generatore, era concessa dalle 18,30 alle 22… poi ci illuminavano le stelle e il cielo dell’Africa.

 

Vanda Sansovini

 

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