Budahunga, 5.11.2008
Prima, i Batwa vivevano di caccia e di coltivazione. Passavano il loro tempo alla caccia degli uccelli, delle giraffe degli animali selvatici.
Le donne avevano come incarico di cercare l’argilla per fare i vasi di creta, vendevano i loro vasi per avere un po’ di soldi per comprare del cibo da consumare con la carne degli animali selvaggi portati dagli uomini. Non costruivano abitazioni solide, ma vivevano nei luoghi dove la caccia era buona. La maggior parte viveva nelle grotte . I Batwa non pensavano all’avvenire dei loro figli, né a come avrebbero vissuto alla morte dei loro genitori. Essi sapevano soltanto cercare la carne degli animali, ed anche se era guasta la portavano alla famiglia, perché ne mangiasse.
Le altre etnie si occupavano di agricoltura, cercavano dei campi dove i loro figli potevano costruire delle case in cemento ed inviavano i loro figli a scuola.
I figli Batwa dovevano praticare gli stessi lavori dei loro padri: la raccolta dei frutti e la caccia degli animali selvaggi. Essi potevano seguire i loro padri quando andavano a caccia. Non conoscevano l’igiene del corpo né degli abiti, vivevano nella foresta. Le donne si dedicavano alla danza ed ai canti delle canzoni tradizionali.
Poiché il comportamento dei Batwa era differente da quello delle altre etnie, era difficile che essi potessero condividere un pranzo o bere la birra tradizionale insieme, era proibito cercarsi una donna nelle altre etnie.
Essi non avevano una stabile dimora, né delle case solide ma delle capanne precarie coperte di foglie di banano o altri tipi di foglie. Non erano soliti curarsi negli ospedali quando erano malati a causa delle loro povertà, ma si curavano con la medicina tradizionale, mentre le altre etnie si preoccupavano dell’istruzione dei loro figli e aspettavano con pazienza il momento di potervi accedere.
Gli uomini non potevano attingere l’acqua nei pozzi, ma soltanto nelle maree.
I Batwa di oggi sono differenti da quelli dei tempi scorsi, essi si preoccupano ora dell’istruzione dei loro figli, ma difficilmente ne hanno la possibilità a causa della loro povertà, ne conoscono, pertanto, l’importanza anche se ce ne sono alcuni che osservano e vivono ancora alla maniera tradizionale.
I Batwa sono molto intelligenti, amano lo studio, a volte sono i migliori della classe, vi sono anche di quelli che hanno raggiunto le licenze universitarie.
Questa storia è stata raccontata da Jean Bosco alunno della 9^ A
Liceo pedagogico comunale ( un ragazzo Batwa)