Articolo tratto dall’intervista ad Emilia, pubblicato sul giornale nazionale burundese LE RENOUVEAU il 19 novembre 2012
Lotta contro la povertà – colloquio con Emilia D’Andria
“Ci dobbiamo battere perché la donna con handicap raggiunga la sua autonomia”
Le donne burundesi in generale e quelle con handicap in particolare hanno già dimostrato il loro impegno nella guerra contro la povertà. Questa constatazione permette di apprezzare il ruolo delle donne nell’aumento della produzione agricola e in altri settori della vita nazionale. In realtà, per impegnare tutti i cittadini nell’ideale di lotta contro la povertà che imperversa nel paese, bisogna battersi perché la donna con handicap raggiunga la sua autonomia.
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Questi propositi nascono da un colloquio che “Le Renouveau” ha condotto giovedì 15 novembre 2012 con Emilia D’Andria, rappresentante di una associazione non governativa italiana “Eccomi”. Questa associazione promuove progetti di sostegno alle persone vulnerabili, come i bambini in situazioni difficili, le donne ed in particolare anche donne con handicap. Attraverso questa associazione la signora Emilia D’Andria sostiene a Bujumbura delle donne affette da un handicap per promuovere e sviluppare il loro atelier di sartoria “L’Espoir” (la speranza). Lancia inoltre un appello ai politici perché siano più sensibili verso le persone vulnerabili e non le considerino come un fardello per il paese.
“Le persone con handicap costituiscono una mano d’opera non trascurabile”
Emilia D’Andria deplora che a volte le persone con handicap siano vittime di rifiuto nella società. Ha paragonato questa situazione a quella del suo paese, l’Italia, dove quarant’anni fa le persone con handicap erano emarginate. Si rallegra tuttavia del fatto che attualmente questa situazione è cambiata positivamente (….) ‘ Oggi,dice, nel nostro paese le persone con handicap hanno accesso ai mezzi di trasporto comuni, a toilette adattate in luoghi pubblici e hanno potuto integrarsi nel mondo del lavoro’
Per la signora D’Andria anche in Burundi ci sono segni incoraggianti e tutti i cittadini possono contribuire alla promozione delle persone con handicap. Per esempio, dice, una studentessa dell’Università Espoir d’Afrique si è interessata al lavoro realizzato nel nostro Atelier di sartoria “Atelier l’Espoir” ed ha effettuato un lavoro di ricerca sulla situazione economica delle donne con handicap in Burundi. L’iniziativa ha incoraggiato i membri dell’Atelier che ne hanno approfittato per mostrare le diverse opere già prodotte su ordinazione di alcune istituzioni del luogo, specialmente gli alberghi: tovagliati, salviette per usi diversi, vestiti per bambini e donne. Questi manufatti, con loro grande soddisfazione, le rendono donne autonome finanziariamente.
Mediante il lavoro, la signora D’Andria pensa che sarà possibile un cambiamento di mentalità. Crede che solo il lavoro potrà rendere la dignità alle persone vulnerabili (…)
Consortie Hakizimana