Il progetto Familias acolhedoras o “Famiglie affidatarie” e un progetto pilota che si sta sperimentando nella citta di Jodo Pessoa. Nasce per realizzare quanto previsto dall’art. 227 della Costituzione Federale Brasiliana, fondata sui principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che stabilisce fra gli altri il “dovere della famiglia, della società e dello Stato di assicurare al fanciullo con assoluta priorità il diritto alla salute,all’istruzione… alla convivenza familiare e comunitaria” e su tale articolo si fonda la “Carta del Fanciullo e dell’Adolescente” e “II Piano Nazionale dei Diritti dei Minori ad una Convivenza Famigliare e Comunitaria”.
II progetto Familias acolhedoras e promosso della REMAR (Rede Margherida) che, in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, promuove una rete di entità pubbliche e della società civile con l’obiettivo di favorire la Convivenza Famigliare e Comunitaria di bambini e adolescenti.
Il 58,2% dei giovani brasiliani vive all’interno di famiglie il cui reddito pro-capite non supera Ia metà di un salario minimo (circa 168 Euro al mese); per la famiglia di origine l’unica possibilità di sopravvivenza è l’inserimento in orfanotrofi o l’abbandono dei loro figli, privandoli di fatto al diritto di una convivenza famigliare e comunitaria e pregiudicandone la crescita positiva.
Per restituire ai bambini e agli adolescenti il diritto di vivere in un contesto famigliare, e quindi ad avere una famiglia che si prenda cura di loro, la REMAR in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII ha lanciato il progetto FamIlias acolhedoras a salvaguardia dei minori e degli adolescenti suggerendo come nuovo strumento di tutela la famiglia affidataria, non diffusa in Brasile e non riconosciuta dalle politiche pubbliche.
L’obiettivo e di proporre alle istituzioni pubbliche e private ed alle organizzazioni che si occupano di minori, una nuova figura giuridica, intermedia tra abbandono e adozione al fine di garantire il diritto del minore ad una convivenza familiare: l’affidamento cioè l’accoglienza di bimbi ed adolescenti all’interno di famiglie diverse da quelle di origine e preparate a riceverli.
Per incoraggiare questa nuova figura dell’affidamento famigliare, e far si che diventi un istituto giuridico accettato e praticato è necessario lavorare in rete con organi pubblici e privati, dirigenti, organizzazioni governative e non, Consigli dei Diritti Tutelari, aprendo un dibattito e tavolo di discussione sulla creazione di alternative volte a garantire il diritto effettivo del bambino ad una convivenza familiare serena.
Per il progetto e prevista una spesa annua di 9.000 €